Che bella storia! “Con le gambe e con il cuore, oltre il diabete”... per 70 chilometri in quattro giorni!

24.04.2017 13:38 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
Che bella storia! “Con le gambe e con il cuore, oltre il diabete”... per 70 chilometri in quattro giorni!

Da Perugia ecco che arriva una bellissima storia di vita. Con un viaggio a piedi di 70 km in 4 tappe, intorno al Trasimeno, per dimostrare che con le gambe e con il cuore si può andare oltre il diabete. E’ questo il messaggio che 20 ragazzi, dai 15 ai 20anni, nati con il diabete di tipo uno, hanno voluto lanciare non solo ai loro coetanei che anche con patologie di questo tipo, ci si può riappropriare di un buona parte della qualità di vita. Un percorso, appena concluso, che ha impegnato il gruppo, composto da ragazzi provenienti da Marche e Umbria, seguiti da 10 operatori sanitari, del Centro Ospedaliero Pediatrico di Ancona e da due medici diabetologi, il dr. Valentino Cherubini, coordinatore del progetto, e la dr.ssa Giulia Berioli di Perugia che hanno assistito i ragazzi nella gestione terapeutica durante questi giorni di intenso esercizio fisico. Non sono mancati, durante le varie soste, momenti pedagogici ed introspettivi in cui i ragazzi hanno condiviso le loro impressioni sull’esperienza che stavano vivendo ed il loro rapporto in generale con le sfide quotidiane nella gestione del diabete di tipo 1 . Una patologia che oggi nel nostro paese, coinvolge o meglio stravolge il quotidiano di circa 20 bambini e ragazzi, e conseguentemente quello delle loro famiglie. Ecco perché questa “ impegnativa marcia della speranza” , promossa da AGD Umbria e AFAID Marche (associazioni onlus) assume i connotati di un’ autentica impresa , resa possibile anche dall’odierna tecnologia biomedica. Tutti i 20 ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa, indossavano l’holter diabetico CGM Dexcom G5, che consente, tra le altre cose, un costante monitoraggio i remoto, del loro stato di salute, attraverso applicazioni smarphone ed android, tranquillizzando genitori e medici curanti, distanti anche centinaia di chilometri.