Il Perugia di oggi? L'opinione di Claudio Mariani...

12.08.2020 16:50 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Il Perugia di oggi? L'opinione di Claudio Mariani...

Questa l'opinione sulla situazione attuale del Perugia da parte del giornalista Claudio Mariani, ex speaker del Curi. "Sono passate quasi 36 ore dalla gara di andata dei playout a Pescara e dopo aver deliberatamente osservato un rigoroso silenzio per non lasciare che la delusione mi inducesse a scrivere qualcosa di troppo pesante, eccomi qui, non ancora del tutto sbollentito, ma credo abbastanza obiettivo e sicuramente più lucido di lunedì sera.
La delusione è tanta, ma non è databile 10 agosto. L’intera stagione è stata deludente, anzi, molte delle ultime stagioni lo sono state. Questa di più. Sì, perché ci eravamo illusi che la squadra quest’anno fosse più competitiva, finalmente ogni ruolo sembrava “coperto” con almeno un titolare e una discreta riserva, finalmente c’erano gli esterni difensivi Di Chiara e Rosi, era arrivato un calciatore di sicuro affidamento come Angella, il centrocampo aveva mantenuto Dragomir, lo scorso anno autore di un discreto campionato, Kouan, emergente e volitivo colured, rinforzandolo con un Nazionale Under 21 come Carraro e con un giovane promettente come Nicolussi Caviglia, made in Juve e Balic, che all’Udinese era conosciuto come il Pirlo croato. Davanti si era ingaggiato Iemmello, che nelle prime giornate segnava a raffica, era tornato Falcinelli, idolo locale, era rientrato dal prestito Buonaiuto, e si era prelevato Capone dall’Atalanta. Falzerano, Mazzocchi, Gyomber, Sgarbi, Falasco, Nzita, Konate, Melchiorri, completavano un organico nato per il 4-3-2-1 ma che avrebbe avuto la possibilità di trasformarsi in campo, pur considerando l’unica mancanza di un ruolo: il regista. Ma per Oddo non serve, si diceva. Onestamente in molti, se non tutti, reputavamo questo organico competitivo, in grado di ben supplire alle partenze di Di Carmine, Gabriel, Volta, Mustacchio e Leali. Anzi, probabilmente migliorando il tasso tecnico della rosa rispetto alla stagione precedente.
Forse era vero, probabilmente no. Di certo l’analisi tecnica prescindeva da quella caratteriale. Ci può stare che una stagione sia diversa da un'altra per un calciatore, che il rendimento possa avere alti e bassi, quello che non si ammette è che chi vada in campo non dia il massimo in termini di agonismo e determinazione. La critica più ricorrnete? Mai un un cambio di passo, un sussulto di orgoglio, in qualsiasi situazione. Un encefalogramma piatto evidenziato già nella gestione “Oddo 1”, proseguito con la gestione Cosmi, culminata con le 5 sconfitte consecutive, e che soprattutto dopo la fase di lockdown, ha portato una situazione di caduta libera davvero impensabile e pericolosa. Ieri sera mi sono voluto ancora fare del male e ho riguardato la partita. Non ho visto una squadra svogliata, tuttaltro, ho visto un gruppo magari non coeso ma volitivo, con tanti limiti ma in buona fede. Tanti, troppi gli errori, a volte frutto della casualità, a volte della precipitazione, forse della scarsa serenità, ma non della cattiva fede o della mancanza di volontà.
Ho rivisto amnesie difensive, errori in appoggi banali, grosse occasioni buttate per approssimazione, ma non il menefreghismo di cui qualcuno parla, dovuto al fatto che da venerdì alle 23,00 ognuno riprende la propria strada di casa.
Ho visto Iemmello, che io stesso ho aspramente criticato, dare consigli ai compagni e protestare verso l’arbitro dalla panchina.
Ho visto un allenatore, costantemente in discussione e in questa fase poco legittimato dal comportamento della società, dimenarsi, concentrato e cattivo e lottare contro i mulini a vento.
Ho immaginato Serse Cosmi, a casa sua, che nonostante tutto tifava e si incazzava per le sorti del Nostro Perugia. Ho pensato alla società, ad un Presidente (non chiamatemi ruffiano, non lo sono, vi ricordo che ho lasciato il ruolo di speaker, dopo 9 anni di attività, per divergenze con Santopadre, ma le questioni personali non le ho mai mischiate con il mio lavoro e soprattutto per l’amore per questa maglia) probabilmente spaventato e confuso, alle prese con il peggiore momento della sua gestione, scegliere il silenzio e pregare che la sorte gli arrida. A un Diesse, perugino, che si sente responsabile per aver costruito, con quello che passava il convento, una squadra non all’altezza e della quale ad inizio anno attribuiva doti da primato. Ho “sentito” l’amore dei tifosi, di tutti, dell’intera città, che delusi da un campionato maledetto se la prendono con tutto e con tutti, in preda a quell’amore che a volte fa litigare gli innamorati. Abbiamo tutti ben chiara l’importanza di mantenere una categoria conquistata col sudore e che per Perugia è il minimo sindacale. Sappiamo delle innumerevoli difficoltà che una retrocessione comporterebbe, già subito, per l’iscrizione, e successivamente per tentare una nuova scalata che potrebbe durare anni. E’ vero, ci sarebbero tutte le motivazione del mondo per criticare, per attribuire responsabilità, per auspicare un cambio di proprietà, di gestione tecnica, di calciatori. Ma non è il momento. Venerdì ci aspettano i 90 minuti più importanti, calcisticamente parlando, e non solo, degli ultimi anni. In questi casi l’amore per la città, per la maglia, per il Grifo, quell’amore in nome del quale soffriamo e ci incazziamo, deve indurci a sostenere ancora di più, se possibile, questa squadra. Non ci piace? E’ moscia? Scarsa? Non importa, questa c’è, e questa ci deve salvare. Venerdì per noi sarà il Real Madrid, sarà la squadra più bella del mondo, che dal rettangolo del Curi dovrà difendere le sorti dei colori che amiamo. Diamogli la possibilità di ricambiare quel grande sentimento che i tifosi del Perugia da sempre gli dimostrano senza fornire alibi o creare malintesi. Facciamo una tregua, cambiamo atteggiamento, anche nei social, nei bar, ovunque. Restiamo positivi fino a venerdì serà, sosteniamoli durante la partita con i nostri cori dall’esterno del Curi. Raggiungiamo il risultato, perché nonostante le difficoltà la salvezza è ancora possibile, Spezia docet, e dal giorno successivo, magari da Marotta o da Passignano, tutti dovremo far tesoro degli errori commessi, affinchè non si ripetano più. Per l’onore del Grifo. Perché noi siamo il Perugia. Con una sola “g”, ma con un cuore grande così".