Anche alcuni umbri nel caos di venerdì sera della discoteca di Marotta, dove tutti ballavano...

08.08.2021 15:23 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Anche alcuni umbri nel caos di venerdì sera della discoteca di Marotta, dove tutti ballavano...

Ci si sono trovati anche alcuni giovani umbri in quella che è stata una delle serate più tristi dell'estate sulla rivieta adriatica. Quella di venerdì al Miù Disco di Marotta. Secondo quanto testimoniato da molti degli avventori che erano lì venerdì sera, il locale era a tutti gli effetti una discoteca, pur essendo vietata in questo periodo di Covid l’attività di ballo. Diversi i video pubblicati sui social che filmano i balli, gli assembramenti, l’euforia, l’assenza di mascherina. Del resto che dentro ci fosse qualche migliaio di giovani era palese già dalla presenza di auto che non solo avevano riempito i parcheggi ufficiali ma costeggiavano i lati anche della strada che porta al Miu. "Quando sono arrivato, intorno alle 23, ho subito notato la lunga fila di auto che erano parcheggiate lungo la strada e ho capito che ci dovevano essere tantissime persone – racconta un testimone, che ha trascorso la serata nel locale al Resto del Carlino – io stesso ho dovuto lasciare l’auto molto lontano dall’ingresso perché anche i parcheggi della discoteca erano pieni. Quando arrivato all’ingresso, io indossavo regolarmente la mascherina, ed ero pronto ad esibire il mio green pass invece l’addetto alla sicurezza mi ha detto che non serviva. Lui stesso del resto teneva la mascherina abbassata sotto il mento". Una volta dentro, uno scenario sorprendente.
"All’ingresso si paga il biglietto che prevede il costo di 15 euro con consumazione o 10 euro senza consumazione, quindi proprio come in discoteca. I tavoli dove la gente avrebbe dovuto stare seduta e consumare in realtà erano tutti vuoti e dentro il locale c’era una quantità incredibile di gente, molti anche giovanissimi – prosegue il racconto al Resto del Carlino – non saprei con esattezza ma qualche migliaio sicuro. La musica era sparata a tutto volume, la gente ballava ovunque, tutti senza mascherina. Saltavano, si abbracciavano, bevevano. Si accalcavano ai banconi del bar per le consumazioni. C’erano cinque sale dove si ballava, con cinque dj diversi e con musiche per tutti i gusti. C’era la pista da ballo per la musica house, quella per gli anni ‘70-‘80-‘90, quella per i latino americani e c’erano anche i privé. I vocalist poi incitavano i ragazzi a ballare, con le solite frasi del tipo "fatevi sentire", "su le mani", ecc. Sono rimasto sconvolto. Io continuavo a tenere la mascherina e mi sentivo osservato, forse anche per il fatto che molti erano giovanissimi, mi è sembrato davvero che mi prendessero in giro. Ero un marziano. La serata è sempre stata così. Almeno per il tempo in cui io sono stato lì. Quello che non trovo giusto è che si chiede il rispetto delle regole e ci sono tanti operatori che per rispettarle fanno sacrifici e poi vedi queste cose e allora ti cadono le braccia. Ho saputo che non era la prima serata di questo tipo e che si sapesse che le normative anti Covid venivano palesemente violate".